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sabato 1 dicembre 2007

Epicentro al cubo

Andiamo proprio all’epicentro, parliamo di quello di cui si parla di più: Radiohead. Con loro il 10 ottobre è finita l’epoca della musica legata ad un supporto, questa si è di nuovo smaterializzata. Tuttavia non c’è da fare i nostalgici, la musica è stata legata ad un supporto solo per un secolo, un tempo brevissimo rispetto alla durata della sua storia e preistoria. Pertanto i vinili, i CD, le audio cassette etc. etc. li possiamo considerare ora una specie di anomalia capitata per un piccolo periodo.
Dunque anche io come tanti sono andato sul loro sito e ho scaricato In Rainbows, quanto ho dato? Una sterlina! Sono stato tirchio? No lo so. Mi piace immaginare che, in un pomeriggio di quest’autunno ai nostri sia saltato un impegno , un'intervista, e trovandosi quell’ora di buco e la mia sterlina tra le mani in un appartamento di Oxford Street al centro di Londra, abbiano deciso di fare quattro passi per andare a comprare l’equivalente di un nostro Duplo, o forse proprio il Duplo. Ne hanno potuti comprare due per quella cifra. Siccome il Duplo ha 3 noccioline si può dividere bene in tre parti, pertanto hanno potuto dividersi cinque pezzettini di Duplo uno per uno e ne è avanzato uno che Thom York ha prepotentemente ingollato con la scusa che si sentiva depresso (è la parte più credibile di tutta la storiella?).
Insomma che dirvi, ho ascoltato e riascoltato questo disco, non me la sento di consigliarvi qualcosa. Mi sembra un disco che rimane dritto dritto nei suoi binari pop-rock senza discostarsi un millimetro da quello che uno si immagina Radiohead. certe volte non sopporto tutta questa coerenza. Avrei apprezzato di più se In rainbows fosse stato veramente un brutto disco. Eppure non c’è, in questo caso, nessuna casa discografica, nessun impresario a imporre cosa bisogna fare: il grande fratello siamo noi!

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