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sabato 24 febbraio 2007

L’algida tenerezza di una piccola melodia

Siamo immersi nei suoni, circondati da frammenti di melodie, da pezzi di sigle radiofoniche, da colonne sonore di documentari e fiction, da jingle sintetici dei giocattoli, dalle suonerie dei telefonini. Molte volte questo è un disturbo, un ulteriore inquinamento, altre volte queste piccole melodie, se portano all’orecchio qualcosa di nuovo che al contempo catturi ed emozioni, assumono un compito educativo. Il gusto musicale della gente cambia mediante questi piccoli suoni. E’ quello che succede con Goldfish di Michael Andrews inizialmente composta come colonna sonora di “Me and you and everyone we know”, delicatissimo film d’amore a cui Goldfish contribuisce a suggerire sospensione e ariosità con un tema composto da poche note che si rincorrono eppure disegnano una melodia accattivante. Algida passione. Goldfish si è fatta strada presso le orecchie della maggior parte di noi in quanto musica per la pubblicità di un’automobile e mi auguro che continui ad espandere i suoi benefici effetti anche se mutata in suoneria di cellulare, associata ad un timer o ad altra diavoleria elettrodomenstica.

sabato 17 febbraio 2007

Maria, non versar lacrime

Anni fa, seduto in uno scompartimento di treno, ascoltai per la prima volta Born To Run, un autentico concentrato di strepitosi pezzi rock. In seguito, per motivi difficili da spiegare, i miei gusti musicali hanno preso altre strade e le onde acustiche della musica di Bruce Springsteen non hanno più lasciato il segno.
Solo per curiosità, ho ascoltato "We Shall Overcome - The Seeger Sessions album", cover di pezzi della tradizione popolare americana già ripresi in passato dal leggendario cantante folk Pete Seeger. Ebbene, un'improvvisa ondata di energia e allegria mi ha investito.
La splendida "O Mary Don't You Weep", ha rimbalzato tra i muri del soggiorno ripetute volte, con volume sempre maggiore. E' uno spiritual nero scritto chissà quando (fine ottocento?) e cantato in passato da generazioni di artisti (compreso Seeger).
Qui Springsteen rielabora la sonorità e il testo, parte e finisce con un violino stridente un po klezmer, nel mezzo un trascinante gospel in chiave folk, piatti, fisarmonica, pianoforte, trombe entrano tutti insieme: energia e coinvolgimento. Soprattutto esce forte la passione da quelle note, cosa sorprendente in un'icona della musica moderna, miliardaria e quasi sessantenne.
Oh, Maria, non versar lacrime. Da ascoltare rigorosamente a tutto volume.

domenica 11 febbraio 2007

Cogliamo questo frutto adesso anche se un po‘ acerbo

Pasquale
Nunzia

Carmine

Rita dalla Sanità

Antonio

Mamma Rosaria

Tatiana

..?

Serena

Giovanni

Angela dai Quartieri

Gianpiero

Vittoria da Materdei

Alessandro

sono i personaggi in ordine di apparizione di questo racconto, di questi racconti. Questa canzone è un pugno allo stomaco! Sto parlando di Buonanotte Pt. 1 dei Co'Sang dall’album Chi more pe’ mme. Ancora una volta ringrazio Roberto Saviano che mi ha fatto scoprire, con la trasmissione di RadioTre "Dentro il vulcano", questo gruppo Hip Hop di Marianella, quartiere della periferia napoletana affetto dalla camorra. I Co'Sang raccontano la camorra dall'interno, uno sguardo privo di giudizio ma pieno di “pietas”.
In Bounanotte pt1 la realtà viene mostrata così com'è, si viene in contatto direttamente con la materia viva del dramma. Le situazioni vengono mostrate intatte anche nella loro estetica e questa è ulteriore fonte di turbamento. Coloro che come me sono abituati a deridere i neo-melodici e tutta l'estetica sottoproletaria napoletana avvertiranno uno smarrimento. Noi non sappiamo nulla di questa realtà, dei perché della richiesta al conduttore radiofonico d’inserimento dell'eco. Forse il saluto, l'abbraccio, l'emozione in questa maniera arriva con intensità maggiore all'interno del carcere. Questa canzone ti costringe a guardare quello che si evita sempre di guardare, che si liquida frettolosamente come di cose che non ci riguardano perché lontane o confinate in un ambito non nostro, ma come ci ha detto Saviano non è così.

Volevo parlare di una canzone e ho parlato soprattutto di altro ma c’è anche un commento, non secondario, da fare dal punto di vista strettamente musicale a Buonanotte pt. 1. Potremmo dire che i Co’Sang hanno inventato un nuovo genere, avremmo potuto chiamarlo goffamente Truemusic o Docusong, invece siamo di fronte ad un ardito esperimento Hip Hop con tanto di parlato, loop di sottofondo e ritmica non casuale. Si pensa che lo scorrere delle parole di una trasmissione radiofonica non abbia un ritmo, invece probabilmente ce l’ha, i Co’Sang lo hanno colto e armonizzato con la scansione precisa della musica che è fondamentale per l'impatto emotivo del brano.


Approfondimenti: http://xl.repubblica.it/dettaglio/28301?speciale=29861



sabato 3 febbraio 2007

Le onde anomale e il mare calmo

Improvvisi picchi vocali e crescendo solo in apparenza caotico, archi che si scontrano con la voce, dodici minuti a scardinare la struttura del pezzo moderno. Non c'è ritornello e non c'è normale strofa in Emily di Joanna Newsom, suonatrice di arpa, voce difficile e bellissima.
Non è rock e non è folk ma musica fluida, e a strati, con strattoni improvvisi, onde anomale in mare calmo. Emily è spiazzante come l'intero disco che la contiene (Ys), fatto di 5 non-canzoni dai 9 ai 13 minuti; dà un senso di inquietudine al primo ascolto, talmente diversa dai pezzi mtvizzati che hanno chiuso le nostre orecchie.
La ventiquattrenne californiana scrive un racconto-poesia allegorico fatto di allodole e animali di stagno, si siede in riva al fiume accanto ad Emily che fa saltellare piccoli sassi sulla superficie dell'acqua e conosce i nomi delle stelle. Un racconto profondamente simbolico e, sostiene l'autrice, biografico: "a very personal reaction to real life".
Tutto questo suona nuovo e dopo il primo ascolto (ostico ma intrigante) viene una gran voglia di ascoltarla nuovamente, e di ricordarla a lungo.