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domenica 27 luglio 2008

boy was wrong

Celebriamo questo piacevole ritorno con una canzoncina semplice semplice: Boneless dei The Notwist che con il loro recente album The devil, you + me si sono rimessi in gioco. I componenti della formazione tedesca hanno lanciato i loro ultimi semini nel 2002 dopo di ché sono rimasti a guardare chi ha raccolto i loro frutti e ha riseminato e riseminato ancora. Tuttavia in questi 6 anni non sono mancati i progetti collaterali tra cui gli indimenticabili Lali Puna. Che dire di Boneless è quasi una happy rock song dall'aria scansonata, in un disco pregevole ma dai toni molto spesso più indie-malinconici rispetto a quanto ci avevano abituati i Notwist. Una breve melodia che ti rimane dentro e ti colpisce che trasmette perfettamente la sensazione di straniamento che a tutti capita almeno qualche volta, essere pesci fuor d'acqua, sbagliati, e avere voglia di andare via. Ma non mancano alcune raffinatezze sonore: la canzone nasce con semplice pianoforte e batteria ma si arricchisce via via in modo sempre più corale, nel crescendo finale un profluvio di suoni elettronici e reverse fanno morire il pezzo che poi risorge per un attimo.


www.notwist.com/
http://it.wikipedia.org/wiki/The_Notwist
la puoi ascoltare qui http://www.youtube.com/watch?v=o_PQx0WZmg4


The Notwist Lyrics
Boneless Lyrics

domenica 20 luglio 2008

Con un ronzio nelle orecchie suoniamo all’infinito


Già sentito. Il solito canto intimo, la melodia sospesa e carica di tensione, gli archi e i tempi lunghi, il solito crescendo in up-tempo con batterie e avvolgente finale elettrico. La solita magia che i Sigur Ros dispensano da anni.
In “Með Suð Í Eyrum Við Spilum Endalaust” hanno forse imboccato la pericolosa e trafficata strada del pop (la collaborazione con Flood si fa sentire nei primi pezzi dell'album).
In attesa di metabolizzare i futuri sviluppi artistici ascoltiamoci i 9 minuti e 20 di Festival, l'ennesimo inarrivabile emozionante pezzo della band islandese.
Chi è stato in Islanda sa che questa è in realtà una colonna sonora di quello che scorre davanti agli occhi. Acqua, deserto, ghiaccio e fuoco. Sa che quella musica è IL modo di comunicare uno stato d'animo e di descrivere un luogo dell'anima. Sa che le parole non sono importanti perchè nessuno le ascolterà, sa che basta un piccolo ronzio nelle orecchie per poter suonare all'infinito.


La puoi ascoltare qui:
http://www.myspace.com/sigurros


domenica 13 luglio 2008

Back to the rock

Qualche volta c’è bisogno di tornare indietro in molti sensi, l’estate poi è ricca di profumi, che mi riportano ad altre di molti anni fa, qualcuna vissuta pericolosamente vicino alla bocca di un vulcano, pomeriggi in camere di ragazzini piene di oggetti, reperti di passati altrui, mi piaceva stare lì ed assorbire tutto quell’umore di west coast, di libertà, di creatività, di spirito di rinnovamento, spirito di rinascita. Gli odori di burro e salvia, della resina dei pini che mi portava il vento della sera quando ero disteso sugli aghi. Quelle estati erano condite con molte note ma in quasi tutte c’era un po’ di Soul e di blues, e quando viene l’estate ho bisogno come allora di un po’ di soul un po’ di blues per sentimi addosso quel calore e un po’ di quel languore struggente. Destroyer dei Retribution Gospel Choir, dal loro omonimo album d’esordio è perfetta per tutto questo, chiudete gli occhi e respirate profondamente lasciatevi trasportare dalle ruvide chitarre, dalla voce maledettamente blues e dalla pienezza del suono classicamente rock di questo trio di Duluth, Minnesota, UnitedStates.

I am the destroyer
I am the angel of death
My head is filled with fire
I hear the voices of the dead

Well I watched my angry father
Turning circles in the ground
And I saw the great devourer
Yeah he cut my father down

Well I could have been a sailor
Lay my life down for the queen
But when the ocean took my brother
That put a curse on everything

So I ran to the feet of Jesus
He said "Where the hell you been, boy?"
I've been to the top of the highest mountain

lunedì 7 luglio 2008

Freedom

Quando la Francia si rifiutò di prendere parte alla guerra in Iraq, gli Stati Uniti boicottarono i prodotti francesi e tutto ciò che potesse loro ricordare quella nazione.
Non potendo prendere in considerazione l'ipotesi di smettere di mangiare patatine fritte, molti decisero di cambiarne lo storico nome da French fries a Freedom fries.
Con una decisione del Congresso, a tutti i locali fu imposto di modificare i menu. Stessa sorte toccò al French toast che divenne quindi Freedom toast.
Voce Tromba Sax Fisarmonica Contrabbasso Batteria. Klezmer Jazz Balcan.
Fatima Spar und die Freedom Fries, Bosa Noga (da Zirzop).

Altri collegamenti:
http://www.youtube.com/watch?v=EtuWt-yqsm0
http://www.lastfm.it/music/Fatima+Spar+und+die+Freedom+Fries/
http://www.myspace.com/fatimaspar
http://www.freedomfries.at/

martedì 1 luglio 2008

Un minuto e quarantanove secondi

Ultimi giorni sempre di corsa. I vestiti inzuppati di sudore giorno e notte. Asfalto rovente. Basalto sconnesso. Polvere e umido. Gli ascensori, i corrimano surriscaldati come i seggiolini degli autobus e dei metrò. Arie condizionate scassate, rotte o al minimo, spente, comunque sempre gocciolanti, come i frigoriferi. Liquidi, liquidi che entrano e che escono. L'odore di ferro, ferrovia piscio e sudore. Questa città mi ricorda Manaus ma è meno confine e soprattutto ha tonnellate e tonnellate di carne umana in più, di tutte le dimensioni, le risme, le fattezze, i colori e gli umori. Umori come i miei alti e alti. Liquidi che mi salgono dal cuore e dallo stomaco appena percettibili negli occhi. Passato e trapassato tutto si stratifica quando sono qui. Tutto è gioia forte fino a sentire un po' di dolore. Ritmo, ritmo sempre serrato incessante come quello di un treno, come quello di questi giorni, come quello di dieci anni che si condensano in un attimo. Ritmo serrato e chitarre appuntite come in Beat Pyramid dei These new puritans, colonna sonora assoluta di questi giorni. Quanto è bello arrivare alla breve tregua della track 11: MKK3. Non so cosa voglia dire ma è lo sfondo giusto e intenso di tutto questo.