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lunedì 31 dicembre 2007

Buon Anno da QCS! (Lato B)

Il vero singolo di Human the death dance, Sage Francis, è Clickety Clack. Provate a metterlo alla festa dell'ultimo dell'anno, penso che funzioni!

Buon anno a tutti !

QCS

sabato 29 dicembre 2007

Bianco e nero

Vi propongo le suggestioni di una notte di qualche anno fa quando la festa si interruppe all’improvviso. All’inizio pensavi che il buio fosse calato solo in quel posto, poi via via che avanzavi nella folla della notte bianca ti accorgevi che era tutto scuro. Una piccola eccitazione, cosa fai nel buio di un paese straniero con tanta gente intorno che non parla la tua stessa lingua, pensi alla cosa più importante per te in quel momento, dici sottovoce cose che solo al buio potresti ripetere, vorresti che qulcuno che ora è lontano fosse lì con te, poi pensi a quelli che si sono trovati nella metropolitana e magari a quelli che sono in ascensore. Roma è un brivido così piena di gente e senza luci o meglio illuminata solo dai fasci di fari che fendono il buio. Al buio la pioggia è solo bagnato e niente altro. L’eccitazione diventa disagio e il disagio paura. Quella notte Sage Francis era lì e probabilmente è stato ispirato da quell’episodio visto che ha intitolato la canzone scelta da me questa settimana Blackout on white night tratta dal suo recente album Human the death dance. Il ritmo di questa canzone è il fluido piano sequenza di un viaggio nella notte buia. Il fluido scorrere dei pensieri e delle rime. Il nostro poeta di Providence ha reinventato l’Hip Hop con massicce dosi di musica bianca e questo brano è uno degli esempi più alti.

Black out on white night in Rome
Black out on white night in Rome

Puoi ascoltare il brano qui http://www.myspace.com/sagefrancis

sabato 22 dicembre 2007

Self-made

Alela Diane è una giovanissima folk-singer autodidatta autoprodotta studio-discografico-munita che fino all'anno scorso ha cucito e disegnato a mano le copertine dei suoi album.
The Pirate’s Gospel esce in Europa 3 anni dopo il suo debutto ufficiale e l'omonimo pezzo è una ballata voce e chitarra, scarna e minimale. Bisogna dire che forse di innovativo non ha niente rispetto alle sue molte colleghe acustiche ascoltate negli ultimi anni. E non aiuta il fatto che viene dalla stessa città (Nevada City) di Joanna Newsom, alla quale viene spesso associata. Che dire? Mi è piaciuta al primo ascolto, ha spessore e credo che per dare profondità e intensità a melodie semplici come queste bisogna saperci fare.
Collegamenti:
http://www.aleladiane.com/
http://en.wikipedia.org/wiki/Alela_Diane
http://www.myspace.com/alelamusic


domenica 16 dicembre 2007

Ordinarie storie d’amore

Unghie dipinte di rosso su dita che percuotono con sicurezza i tasti di un piano, una linea di trucco appena percettibile, una voce emozionata che canta al mondo la sua storia d’amore ordinaria, con quella venatura leggermente nera che la rende preziosa. Con quella incrinatura che descrive la nostalgia del quotidiano di un amore, che ti fa desiderare ancora di avere due spazzolini da denti nel bicchiere sul lavandino, o due tovagliette per colazione. Ti dispiace persino di non dover più togliere gli involucri del panino che lui lascia sempre in mezzo. Tuttavia il ritmo sostenuto, i battiti di mani, un irresistibile ritornello danno a Foundation di Kate Nash quel sapore ironico che allontana la tristezza ........ insomma lei alla fine fa le valige, ma chissà, forse ritorna.
L’album da cui è tratta Foundation è Made of bricks ma la canzone nasce prima come singolo.


La puoi ascoltare qui http://www.youtube.com/watch?v=orACIBjHuI4


domenica 9 dicembre 2007

Il volto di un sintetizzatore


Quando ascolto un pezzo di elettronica mi chiedo sempre quali volti possano avere i computer e i sintetizzatori che hanno generato quella musica.
Quelli dell'album Afterglow di Vector Lovers (pseudonimo dell'inglese
Martin Wheeler) devono avere un volto malinconico e romantico. Ogni tanto provano a tirar fuori un po' di ritmo e ci riescono ma si vede che per motivi personali (anzi informatici) sono più inclini a melodie pensose e pensanti.
Tante ripetizioni e tante variazioni in Hush now dove ad un certo punto entra la voce di Wheeler e sorprende in un pezzo non umano. Una sintesi tra sonorità anni ottanta e musica di oggi, non banale e non comune.
Lo puoi ascoltare su:
http://www.myspace.com/vectorlovers
Altri link:
http://en.wikipedia.org/wiki/Vector_Lovers
http://www.vector-lovers.com/

mercoledì 5 dicembre 2007

Duetto (lato b)

Eccoci qui con un altro richiamo di attenzione per Mice Parade dal loro ultimo album uscito qualche mese fa. Sebbene Tales of las Negras è di gran lunga il brano più bello, tutto l'album mantiene un buon livello. Il lato b di oggi si chiama Double dolphin on dime, complesso e articolato in cui il catante Adam Pierce duetta ancora ma con una bambina

sabato 1 dicembre 2007

I topini del grasso gatto

Hei! Aspettate! Anche questa settimana c’è il mio brano preferito: Mice Parade, dall’album omonimo, il pezzo è Tales Of Las Negras arricchito dalla voce di Laetitia Sadier prestata ai nostri dagli Stereolab. Batteria un po’ sgangherata, due bellissime voci, e un finale con una tracimante pioggia di arpeggi.

Non so cosa centri quel video ma lo puoi ascoltare qui
http://www.youtube.com/watch?v=WK4FYh0BrVs

Oppure un pezzettino dal vivo qui (audio scadente)
http://www.youtube.com/watch?v=G1S6f_UPePc

Epicentro al cubo

Andiamo proprio all’epicentro, parliamo di quello di cui si parla di più: Radiohead. Con loro il 10 ottobre è finita l’epoca della musica legata ad un supporto, questa si è di nuovo smaterializzata. Tuttavia non c’è da fare i nostalgici, la musica è stata legata ad un supporto solo per un secolo, un tempo brevissimo rispetto alla durata della sua storia e preistoria. Pertanto i vinili, i CD, le audio cassette etc. etc. li possiamo considerare ora una specie di anomalia capitata per un piccolo periodo.
Dunque anche io come tanti sono andato sul loro sito e ho scaricato In Rainbows, quanto ho dato? Una sterlina! Sono stato tirchio? No lo so. Mi piace immaginare che, in un pomeriggio di quest’autunno ai nostri sia saltato un impegno , un'intervista, e trovandosi quell’ora di buco e la mia sterlina tra le mani in un appartamento di Oxford Street al centro di Londra, abbiano deciso di fare quattro passi per andare a comprare l’equivalente di un nostro Duplo, o forse proprio il Duplo. Ne hanno potuti comprare due per quella cifra. Siccome il Duplo ha 3 noccioline si può dividere bene in tre parti, pertanto hanno potuto dividersi cinque pezzettini di Duplo uno per uno e ne è avanzato uno che Thom York ha prepotentemente ingollato con la scusa che si sentiva depresso (è la parte più credibile di tutta la storiella?).
Insomma che dirvi, ho ascoltato e riascoltato questo disco, non me la sento di consigliarvi qualcosa. Mi sembra un disco che rimane dritto dritto nei suoi binari pop-rock senza discostarsi un millimetro da quello che uno si immagina Radiohead. certe volte non sopporto tutta questa coerenza. Avrei apprezzato di più se In rainbows fosse stato veramente un brutto disco. Eppure non c’è, in questo caso, nessuna casa discografica, nessun impresario a imporre cosa bisogna fare: il grande fratello siamo noi!