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domenica 6 gennaio 2008

Ieri


Una cosa elettrica, diversa, dai Sigur Ros. Dolce melodia di xilofoni seguita da chitarre roboanti che picchiano duro. “Í Gær” significa "ieri" e non è un pezzo nuovo. Scritto nel 2000, è stato suonato raramente nei concerti dal gruppo islandese ed è comparso per la prima volta nel doppio album Hvarf-Heim, insieme ad altri inediti e qualche unplugged.
Si tratta forse dell'unico pezzo di progressive rock dei Sigur Ros, una specie di mantra in cui lo xilofono apre e chiude; nel mezzo, nonostante i cambi di ritmo e le trascinanti accelerazioni di chitarra, rimane la fredda malinconia islandese, la dimensione onirica e drammatica di una band unica e mai ripetitiva, dal sound magico come la terra da cui proviene.
Una musica fragile e silenziosa anche quando le chitarre prendono il sopravvento, come l'incredibile silenzio che si può "sentire" in Islanda.
E quei nomi di canzoni che mi ricordano i cartelli stradali assolutamente irresistibili ammirati durante un viaggio di alcuni anni fa. Kirkjubæjarklaustur, Landmannalaugar, Solheimahjaleiga.

La puoi ascoltare su
http://www.myspace.com/sigurros

Assolutamente da leggere:
Siamo state a Kirkjubæjarklaustur. Viaggio in Islanda.
Valeria Viganò

Altri collegamenti:
http://www.sigur-ros.co.uk/
http://it.wikipedia.org/wiki/Sigur_R%C3%B3s


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