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martedì 1 luglio 2008

Un minuto e quarantanove secondi

Ultimi giorni sempre di corsa. I vestiti inzuppati di sudore giorno e notte. Asfalto rovente. Basalto sconnesso. Polvere e umido. Gli ascensori, i corrimano surriscaldati come i seggiolini degli autobus e dei metrò. Arie condizionate scassate, rotte o al minimo, spente, comunque sempre gocciolanti, come i frigoriferi. Liquidi, liquidi che entrano e che escono. L'odore di ferro, ferrovia piscio e sudore. Questa città mi ricorda Manaus ma è meno confine e soprattutto ha tonnellate e tonnellate di carne umana in più, di tutte le dimensioni, le risme, le fattezze, i colori e gli umori. Umori come i miei alti e alti. Liquidi che mi salgono dal cuore e dallo stomaco appena percettibili negli occhi. Passato e trapassato tutto si stratifica quando sono qui. Tutto è gioia forte fino a sentire un po' di dolore. Ritmo, ritmo sempre serrato incessante come quello di un treno, come quello di questi giorni, come quello di dieci anni che si condensano in un attimo. Ritmo serrato e chitarre appuntite come in Beat Pyramid dei These new puritans, colonna sonora assoluta di questi giorni. Quanto è bello arrivare alla breve tregua della track 11: MKK3. Non so cosa voglia dire ma è lo sfondo giusto e intenso di tutto questo.

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