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sabato 3 febbraio 2007

Le onde anomale e il mare calmo

Improvvisi picchi vocali e crescendo solo in apparenza caotico, archi che si scontrano con la voce, dodici minuti a scardinare la struttura del pezzo moderno. Non c'è ritornello e non c'è normale strofa in Emily di Joanna Newsom, suonatrice di arpa, voce difficile e bellissima.
Non è rock e non è folk ma musica fluida, e a strati, con strattoni improvvisi, onde anomale in mare calmo. Emily è spiazzante come l'intero disco che la contiene (Ys), fatto di 5 non-canzoni dai 9 ai 13 minuti; dà un senso di inquietudine al primo ascolto, talmente diversa dai pezzi mtvizzati che hanno chiuso le nostre orecchie.
La ventiquattrenne californiana scrive un racconto-poesia allegorico fatto di allodole e animali di stagno, si siede in riva al fiume accanto ad Emily che fa saltellare piccoli sassi sulla superficie dell'acqua e conosce i nomi delle stelle. Un racconto profondamente simbolico e, sostiene l'autrice, biografico: "a very personal reaction to real life".
Tutto questo suona nuovo e dopo il primo ascolto (ostico ma intrigante) viene una gran voglia di ascoltarla nuovamente, e di ricordarla a lungo.

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