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domenica 20 luglio 2008

Con un ronzio nelle orecchie suoniamo all’infinito


Già sentito. Il solito canto intimo, la melodia sospesa e carica di tensione, gli archi e i tempi lunghi, il solito crescendo in up-tempo con batterie e avvolgente finale elettrico. La solita magia che i Sigur Ros dispensano da anni.
In “Með Suð Í Eyrum Við Spilum Endalaust” hanno forse imboccato la pericolosa e trafficata strada del pop (la collaborazione con Flood si fa sentire nei primi pezzi dell'album).
In attesa di metabolizzare i futuri sviluppi artistici ascoltiamoci i 9 minuti e 20 di Festival, l'ennesimo inarrivabile emozionante pezzo della band islandese.
Chi è stato in Islanda sa che questa è in realtà una colonna sonora di quello che scorre davanti agli occhi. Acqua, deserto, ghiaccio e fuoco. Sa che quella musica è IL modo di comunicare uno stato d'animo e di descrivere un luogo dell'anima. Sa che le parole non sono importanti perchè nessuno le ascolterà, sa che basta un piccolo ronzio nelle orecchie per poter suonare all'infinito.


La puoi ascoltare qui:
http://www.myspace.com/sigurros


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